giovedì 9 gennaio 2014

I killer si prevengono

Mai come ora il detto "meglio prevenire che curare" è stato preso alla lettera! Attualmente la medicina offre un'ampia gamma di interventi per riconoscere la patologia così precocemente da assicurare un'elevatissima percentuale di guarigione. Fortunatamente questo è avvenuto anche per le malattie specifiche della popolazione femminile, tuttora considerate i big killer delle donne. Si tratta in primo luogo dei tumori dell'utero, dell'ovaio, della vagina, del seno, per i quali non è difficile tracciare un programma di prevenzione specifico.
Tumore del seno
I numeri parlano: il tumore al seno nel 2000 ha registrato più un milione di casi solo in Italia, di cui circa 32.000 nuovi e quasi 12.000 decessi. E' tra le prime cause di morte di donne di età compresa tra 35 e 55 anni, ma una diagnosi precoce, che individui la neoplasia ancora di dimensioni limitate, offre possibilità di guarigione dell'80-90%.
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L'autopalpazione è la prima forma di prevenzione che una donna può eseguire da sé (entro il 10° giorno del ciclo mensile) e permette di individuare eventuali modificazioni del seno.
Dopo i 30 anni è necessario sottoporsi almeno una volta l'anno alla visita clinica specialistica. Per tutte le donne, fino ai 50 anni è consigliabile fare almeno un'ecografia per controllare ed eventualmente evidenziare formazioni cistiche della mammella.
Superati i 40 anni, tutte le donne, anche asintomatiche dovrebbero effettuare, ogni due anni, una mammografia.
Dai 50 anni in su il rischio aumenta ed è necessario ripeterla ogni 12-18 mesi.
Per analizzare eventuali secrezioni fluide dal capezzolo (spontanee o indotte in periodo non puerperale), lesioni solide o liquide individuate con autopalpazione o ecografia, e prelevate mediante agoaspirazione, si usano vetrini da laboratorio su cui il campione viene fissato e poi analizzato con esami citologici (citologia mammaria).
Se le secrezioni appaiono sierose o con tracce di sangue si procede con la galattografia: si inietta un liquido di contrasto nei dotti galattofori che presentano la secrezione anomala per poi osservarli mediante radiografia.

Tumori dell'utero
Per tumori dell'utero si intendono le neoplasie del collo (o cervice) uterino e carcinoma dell'endometrio. La fascia di età più colpita va dai 45 ai 55 anni, ma dai 25 ai 35 possono già presentarsi neoplasie cervicali intraepiteliali (CIN) di vario grado (I, II, III) mentre tra i 35 e i 55 possono diventare neoplasie invasive.
La diagnosi preclinica e precoce del tumore della cervice uterina prevede un esame di primo livello eseguito mediante colpocitologia oncologica, meglio conosciuto come PAP test. Si raccolgono campioni di cellule a livello del collo dell'utero e all'interno del canale cervicale, il materiale viene strisciato su un vetrino e, adeguatamente colorato, viene guardato con un microscopio otticola donna dovrebbe cominciare a sottoporsi periodicamente a questo test in coincidenza dell'inizio dei rapporti sessuali e comunque dai 25 anni in poi.
Come esame di secondo livello si procede con la colposcopia: attraverso il colposcopio, uno strumento ottico, si osserva il collo dell'utero servendosi di opportune colorazioni per evidenziare eventuali anomalie del tessuto.
Se i due esami vengono eseguiti contemporaneamente si ottiene un'esattezza dei risultati del 100%.
Per analizzare il tessuto apparentemente atipico si effettua la biopsia cervicale cioè in sede di colposcopia si prelevano, con una pinza, frammenti del tessuto che vengono poi fissati in formalina e esaminati dall'anatomopatologo.
Quando il PAP test è positivo o dubbio e la colposcopia non chiarisce, si esegue la isteroscopia: si osserva il collo e il canale cervicale, trattato con sostanze coloranti, mediante contatto diretto con l'isteroscopio (uno strumento lungo e cilindrico costituito da fibre ottiche). Quando necessario si effettua un prelievo di tessuto mediante raschiamento, una tecnica leggermente invasiva che può richiedere la permanenza in day-hospital, oppure si ricorre alla conizzazione, vale a dire l'asportazione di un campione più esteso, a forma di cono, di tessuto sospetto. Ma questa tecnica viene usata più che altro come per trattamento chirurgico di neoplasie accertate.
Altra patologia che aggredisce l'utero è il carcinoma dell'endometrio, prevalentemente nelle donne in menopausa, anche se un 25% riguarda donne in premenopausa e un 2% donne con meno di 40 anni.
Il primo sintomo della patologia è la comparsa di sanguinamento genitale in periodo pre o post menopausa. Per la diagnosi precoce, la colposcopia può escludere altre cause del sintomo, successivamente si procede con l'ecografia pelvica transaddominale o con sonda transvaginale per valutare lo spessore dell'endometrio, che, nelle donne in menopausa, non dovrebbe superare i 5mm. Tramite isteroscopia intrauterina si accertano eventuali anomalie della mucosa endometriale e con il raschiamento se ne prelevano campioni. Grazie alla diagnosi precoce è possibile evidenziare il 75% dei casi in fase iniziale consentendo di intervenire con elevate percentuali di guarigione.

Tumore dell'ovaio
Le neoplasie dell'ovaio hanno una rapida evoluzione, colpiscono tutte le fasce di età, con potenziale di malignità più elevato nelle donne tra i 50 e i 70 anni, mentre tra i 30 e i 50 anni compaiono forme meno aggressive.
La diagnosi precoce si verifica durante le visite ginecologiche di routine o ecografia pelvica. Si individua una massa anomala che in età giovanile pre-fertile o in menopausa si accompagna spesso a rischio di neoplasia maligna. In tal caso si procede alla ricerca di marcatori tumorali: il CA-125, Alfafetoproteina e Beta HCG, in caso di età avanzata è sufficiente il CA-125; esistono anche altri marcatori, CA 199, il TPA e il CEA con cui verificare lo stato della malattia e la sua evoluzione. Se si è in età fertile e la massa pelvica ha dimensioni inferiori a 5cm e non presenta segni di malignità, con marcatori nella norma, è necessario ripetere il controllo ogni 3-6 mesi

Neoplasie della vagina
Si tratta di neoplasie intraepiteliali (relative allo strato epiteliale), sono piuttosto rare e colpiscono tutte le fasce di età da 24 a 75 anni. Solitamente rappresentano neoplasie secondarie a carcinomi cervicali o vulvari. La diagnosi precoce si ottiene durante i normali controlli con colposcopia della vagina.

Neoplasie e distrofie vulvari
Neoplasie vulvari intraepiteliali, di vario grado colpiscono in età giovanile con un'incidenza massimo attorno ai 30 anni, ed è spesso correlata all'infezione da Papillomavirus (HPV). Tra i 60 e i 70 aumenta la frequenza di carcinoma vulvare. Se ne rileva la comparsa durante visite ginecologiche con esame citologico del tessuto, vulvoscopia e biopsia delle lesioni sospette.

Cisti ovariche
Spesso si tratta di cisti normali, definite funzionali, effetto dell'ovulazione mensile di donne in età fertile che tendono a riassorbirsi entro alcune settimane. Nelle donne in menopausa la presenza di cisti richiede un esame ecografico transvaginale. Per escludere il carattere canceroso della cisti si può controllare il dosaggio del CA-125 e di altri marcatori tumorali.

Simona Zazzetta


Fonti
Aggiornamento Permanente in Ostetricia e Ginecologia

Società Italiana Studi di Medicina della Riproduzione (S.I.S.ME.R.)