martedì 16 dicembre 2014

Buone Feste!






Vi informiamo che saremo chiusi per le festività Natalizie
dal 23 dicembre 2014 all’11 gennaio 2015 compreso.

Cogliamo l’occasione per augurare a Voi tutti Buon Natale e un felicissimo Anno Nuovo.

Da parte dello Staff AssoEndometriosi

giovedì 25 settembre 2014

PUGLIA: ENDOMETRIOSI, AL VIA TUTELA DONNE

PUGLIA CONS REG


(AGENPARL) – Bari, 24 set – La prima Commissione consiliare presieduta da Pino Lonigro ha espresso all’unanimità parere favorevole alla proposta di legge a firma dei consiglieri del Pd Lemma e Romano, contenente disposizioni per la tutela delle donne affette dall’endometriosi. La legge in oggetto ha l’obiettivo di migliorare la tutela della salute e le condizioni di vita, individuali e sociali delle donne. Si intende quindi, promuovere la prevenzione e la diagnosi precoce dell’endometriosi, la conoscenza della patologia e dei suoi effetti in ambito sanitario, sociale e lavorativo, attraverso campagne informative e di sensibilizzazione sulle problematiche relative alla malattia.

Fonte: Agenparl.com

sabato 7 giugno 2014

Endometriosi: scoperto ruolo chiave dei macrofagi

(AGI) - Washington, 6 giu. - Un passo in avanti verso una migliore comprensione dell'endometriosi. Un nuovo studio pubblicato sull'American Journal of Pathology ha scoperto che i macrofagi presenti nella fase di sfaldamento dell'endometrio svolgono probabilmente un ruolo cruciale nella formazione delle lesioni. La scoperta e' avvenuta osservando un modello di endometriosi sviluppato nei topi con lesioni simili a quelle che emergono tra gli esseri umani. Il modello rispecchia fedelmente la patologia umana, come malattia infiammatoria dipendente dagli estrogeni. "Una ogni dieci donne in eta' fertile e' affetta da endometriosi, comune come l'asma o il diabete anche se spesso richiede diversi anni per una diagnosi efficace", ha spiegato Erin Greaves (University of Edimburgh), principale autrice dello studio. "Abbiamo scoperto che i macrofagi presenti nell'endometrio in sfaldamento sopravvivono e creano un micro-ambiente pro-infiammazione che contribuisce alla formazione delle lesioni endometriosiche. Siamo davvero eccitati da questi risultati perche' finora il contributo dei macrofagi - ha continuato - nell'eziologia delle lesioni non era mai stato osservato nei precedenti modelli murini. Speriamo che il nostro modello favorisca futuri approfondimenti del ruolo delle cellule immunitarie e del tessuto mestruale sullo sviluppo dell'endometriosi".

giovedì 17 aprile 2014

Buona Pasqua










Tanti auguri per una meravigliosa primavera ed una felice Pasqua!
Staff AssoEndometriosi



venerdì 4 aprile 2014

CA 19-9 come marker tumorale

CA 19-9 come marker tumorale

Il CA 19-9 aumenta in presenza di alcuni carcinomi

CA 19-9 è la sigla con la quale si identifica un marker tumorale utile soprattutto per monitorare l'estensione del tumore pancreatico, la sua evoluzione nel tempo e la risposta terapeutica del paziente alle cure intraprese. CA 19-9 In associazione con il CEA (Antigene carcinoembrionario), può inoltre essere d'aiuto nella diagnosi e nel monitoraggio di altre patologie maligne gastrointestinali, soprattutto a carico del colon-retto e delle vie biliari. I livelli di CA 19-9 tendono infatti ad aumentare in presenza di tumori dell'apparato gastrointestinale, anche se in minor misura e in una minor percentuale dei casi. Elevati livelli di CA 19-9 si possono apprezzare in circa 1/3 delle donne affette da tumori dell'ovaio, soprattutto se di tipo mucinoso (80% dei casi), e più raramente in soggetti affetti da tumore al polmone, al seno o all'utero.

Il CA 19-9 aumenta anche in presenza di alcune malattie non tumorali

Anche patologie benigne come le pancreatiti acute e croniche, la cirrosi, l'epatite, l'ostruzione biliare, l'ittero e l'iperbilirubinemia, oppure malattie a carico del colon o dei polmoni, possono determinare elevati livelli di CA19-9.

Limiti del CA 19-9 come test diagnostico e di screening

Oltre a questa bassa specificità, l'utillità di questo marker a fini diagnostici è limitata dalla sensibilità non ottimale; esistono infatti degli individui che pur essendo affetti da carcinoma pancreatico non presentano livelli elevati di Ca 19-9. Inoltre, questo marker è rilevabile sono nel siero di pazienti che presentano l'antigene di Lewis, e non aumenta in caso di tumori delle isole pancreatiche (che rappresentano circa l'1,3% della totalità dei casi di tumore al pancreas).
Purtroppo per quanto detto il CA 19-9 si allontana molto dalle caratteristiche del marker tumorale ideale: la sua bassa specificità e la sensibilità non ottimale, lo rendono quindi inadatto per screening popolazionisti. In altre parole, il livello di CA19-9 non può essere impiegato come marker assoluto della presenza o assenza di una patologia maligna a carico del pancreas. Piuttosto, i risultati del test dovrebbero essere interpretati solo unitamente ad altre indagini e strumenti di diagnosi della malattia. Il CA 19-9 è comunque utilissimo nel monitoraggio dei pazienti con tumore pancreatico già diagnosticato e/o trattato; il rialzo dei valori di questo antigene tumorale dopo l'intervento chirurgico è infatti spia accesa di una ripresa della malattia. Per lo stesso motivo, durante la chemioterapia, il dosaggio del CA 19-9 può fornire informazioni utili sulla risposta del paziente al trattamento, e aiutare a stabilire le probabilità che sopravviva alla malattia: valori elevati sono generalmente associati ad una mancata risposta al trattamento, mentre il riscontro di rialzi continui è indicativo di progressione della malattia (purtroppo i chemioterapici sono generalmente inefficaci, quindi il monitoraggio dei livelli di CA 19-9 è utile soprattutto nel post-intervento di asportazione della parte malata di pancreas). L'aumento del CA19-9 può precedere di parecchi mesi (in media tre) il riscontro strumentale della ripresa della malattia. I livelli di CA 19-9 sono utili come metodica di screening dei soggetti affetti da colangite sclerosante per la diagnosi precoce di colangiocarcinoma.

Valori normali, CA 19-9 elevato

I livelli di CA 19-9 vengono misurati in un campione di sangue venoso prelevato da una vena dell'avambraccio, proprio come avviene per ogni altro tradizionale esame del sangue.
I valori normali di CA 19-9 risultano inferiori a 40 U/ml. Tassi superiori a 100 U/ml sono estremamente indicativi di cancro al pancreas.

Fonte: My-Personaltrainer



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giovedì 13 marzo 2014

Endometriosi, perché è necessaria una giornata mondiale

La scorsa settimana ho scritto un post per annunciare che il 13 marzo 2014 si celebra la prima giornata mondiale dell’endometriosi con una marcia che coinvolgerà contemporaneamente milioni di donne in tutto il mondo, perché si terrà in una cinquantina di capitali internazionali fra cui anche Roma.
Ritorno sull’argomento per rispondere a chi mi ha chiesto perché è necessaria una mobilitazione mondiale.
Duecento milioni di donne nel mondo soffrono di endometriosi, devono sopportare una bassa qualità della vita dovuta ai dolori cronici e all’incomprensione e sono sconcertate dal fatto che l’opinione pubblica ma anche moltissimi medici ignorino l’esistenza di questa patologia. Voglio ricordare che purtroppo, nella maggiorparte dei casi, l’endometriosi viene diagnosticata con dieci anni di ritardo rispetto alla comparsa dei primi sintomi e a volte viene confusa con malattie a carico di altri organi come l’intestino e viene liquidata dai medici come colite o addirittura esaurimento nervoso.
Capita addirittura che le donne affette da endometriosi vengano derise, come dimostra un episodio accaduto qualche settimana fa. Il 9 febbraio scorso, infatti, durante una trasmissione radiofonica dal titolo “Let’s talk about sex” in onda su Radio 105, le donne malate di endometriosi sono state offese e schernite con espressioni del tipo: “La donna che ha l’endometriosi tutte le volte che mestrua lo fa anche dal naso, oppure quando lo fa dal cervello, le viene l’ictus; le cure contro l’endometriosi la fanno diventare un uomo con la voce da uomo e i peli però lei è contenta perché non ha più l’endometriosi, anche se parla come un trans”, etc. Tali affermazioni sono rese ancor più gravi dal fatto che a pronunciarle, oltre ai due dj Tony e Ross, sia stato anche un medico, il dottor Maurizio Bini responsabile del Centro per i disturbi della Fertilità dell’Ospedale Niguarda di Milano, che, se non altro, dovrebbe saper bene che l’endometriosi è una delle cause principali di infertilità.
Quel giorno ho ricevuto moltissime segnalazioni e anche telefonate di ragazze e donne arrabbiate e amareggiate, alcune in lacrime, che non riuscivano a credere a quello che avevano sentito dire da un mezzo di comunicazione che, oltre a fare affermazioni lesive della loro dignità hanno contribuito per l’ennesima volta a diffondere una grave e pericolosa disinformazione. Il giorno dopo sono arrivate dalla stessa radio “le scuse” dei dj che si sono giustificati dicendo che non avrebbero mai immaginato di sollevare un tale polverone e che la loro (anche quella del medico?) era soltanto satira.
Le donne che soffrono di endometriosi oltre al danno molto spesso sono costrette a subire anche la beffa, la beffa dell’incomprensione e della disinformazione e la beffa di dover sopportare costi elevati per esami specialistici e cure. Per quale motivo in Italia dove ci sono più di tre milioni di donne affette da questa malattia non esiste una legge che inserisca l’endometriosi fra le malattie che danno diritto all’esenzione dal ticket? Il Parlamento Europeo fin dal 2004 ha invitato i governi nazionali degli stati membri a inserire la prevenzione dell’endometriosi nei futuri programmi d’azione comunitaria per la salute pubblica e ad incrementare la ricerca sulle cause, la prevenzione e la cura.
Dal 2004 in poi al Parlamento italiano ci sono state una serie di disegni di legge e proposte di legge per riconoscere l’endometriosi come una malattia invalidante e cronica ad alta incidenza sociale che da diritto all’esenzione dalla partecipazione al costo per le prestazioni effettuate dal sistema sanitario nazionale. Purtroppo anche l’ultima proposta di legge presentata si è fermata alla Camera dei deputati sul tema dei finanziamenti dei maggiori oneri derivanti dalla sua applicazione.
E’ per tutti questi motivi che una giornata mondiale dell’endometriosi è più che necessaria ed il nostro augurio è che alla marcia partecipino davvero milioni di persone, donne, ma anche uomini.

Fonte: Morena Zapparoli/Donne di Fatto

martedì 4 marzo 2014

Salute: al Gemelli incontro su sindrome mestruale severa

(AGI) - Roma, 3 mar. - Un convegno ma anche un incontro di sensibilizzazione sul tema della sindrome mestruale severa, rivolto soprattutto alle adolescenti. Si terra' sabato 15 marzo al policlinico Gemelli, nell'ambito delle iniziative per la settimana europea della consapevolezza dell'endometriosi, il convegno "Sindrome Mestruale Severa e Scuola, un disagio per le adolescenti". La particolarita' dell'evento e' rappresentata dalla innovativa integrazione degli aspetti tecnici medico-scientifici con quelli sociali. Infatti, l'evento e' rivolto alla sensibilizzazione delle tematiche personali e sociali delle ragazze con sindrome mestruale severa. Inoltre, si inserisce all'interno delle attivita' volte a sensibilizzare la popolazione (e le ragazze nello specifico) su un tema quasi sconosciuto o considerato da alcuni "tabu'" o rilegato solamente alla sfera femminile come quello della sindrome mestruale severa e dell'endometriosi. Al working group parteciperanno esperti psicologi sociologi, ginecologi, rappresentanti delle istituzioni, media e circa 400 allieve degli istituti scolastici romani, alle quali offrire continuita' e attivita' di informazione.
  "L'obiettivo che l'iniziativa si propone - spiega il prof.
  Fiorenzo De Cicco, responsabile dell'Ambulatorio di Endometriosi Profonda del Gemelli e promotore dell'incontro - - e' quello di affrontare i vari aspetti di questa condizione ed in particolare quello del vissuto psico-sociale delle adolescenti con dolore mestruale. Una prospettiva, questa, difficile se ricercata negli ambienti medici, ma chiara ed esplicita dal punto di vista delle adolescenti. Per questo motivo, le tematiche non si soffermano sugli aspetti tecnico-specialistici della malattia, ma ricercano i luoghi in cui le adolescenti e l'endometriosi si incontrano: la scuola".
  L'iniziativa nasce dall'esigenza di sviluppare per le adolescenti un approccio integrato con l'obiettivo di valutare quali sono gli strumenti e le modalita' piu' idonei, tenendo presente la ragazza nell'interezza della sua persona.
  L'attivita' si basa sulla diffusione delle moderne conoscenze e degli strumenti piu' avanzati a disposizione, nel rispetto dei principi di etica, efficacia, efficienza ed economicita'. (AGI) .

giovedì 27 febbraio 2014

Giornata mondiale dell’Endometriosi, visite gratuite in Poliambulanza il 13 marzo

In occasione della Giornata mondiale dell’Endometriosi del prossimo 13 marzo, l’U.O. di Ostetricia e Ginecologia di Fondazione Poliambulanza diretta dal Dr. Federico Quaglia offrirà visite gratuite alle donne che manifestano i sintomi o che desiderano chiarimenti sulla patologia. Le interessate all’iniziativa potranno prenotare la visita telefonando alla Segreteria dell’U.O. di Ostetrica e Ginecologia al n. 030 3518516  dal lunedì.al venerdì 8:30-16:00. Le prenotazioni saranno ricevute fino ad esaurimento dei posti disponibili e vista la presumibile alta adesione all’iniziativa si consiglia di contattare per tempo la segreteria del reparto.
L’endometriosi è una patologia caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina: viene spesso suddivisa, in base alla sede e alla tipologia delle lesioni, in ovarica, peritoneale e profonda. È una malattia che si evidenzia maggiormente nelle nullipare, è invece più rara nelle donne che hanno già avuto gravidanze. Questo potrebbe essere spiegato dalla frequente associazione endometriosi–sterilità, con un’incidenza del 30%-40%. L’incidenza è spesso sottovalutata e ciò determina un ritardo nella diagnosi che si calcola sia in media di 7 anni dalla comparsa dei primi sintomi.
I principali sintomi dell’endometriosi sono il dolore pelvico, anche se nel 20%-25% dei casi l’endometriosi è asintomatica e la diagnosi si evidenzia durante un intervento chirurgico eseguito per altre indicazioni. Il primo approccio diagnostico nelle donne con sospetto di endometriosi pelvica è rappresentato da un’accurata valutazione dove non solo viene valutata la presenza, la qualità e l’intensità della sintomatologia delle pazienti, ma anche l’impatto che questo tipo di malattia può avere sul benessere psicofisico della donna.

Fonte: Comunicato stampa/BS NEWS.IT

martedì 18 febbraio 2014

Endometriosi una malattia sociale: un confronto tra esperti



L’endometriosi sarà l’argomento al centro del convegno che si terrà venerdì 21 e sabato 22 febbraio p.v presso Fondazione Poliambulanza. Il convegno a carattere nazionale è patrocinato dall’Ordine dei Medici ed Odontoiatri della Provincia di Brescia e dalla Società Italiana Endoscopia Ginecologica (SEGi) ed è coordinato dalla direzione scientifica del Dr. Federico Quaglia Responsabile dell’U.O. Ostetricia e Ginecologia di Fondazione Poliambulanza.
Il congresso vedrà la partecipazione di alcuni dei maggiori esperti nazionali in diagnosi, terapia medica e chirurgica dell’endometriosi provenienti da numerose realtà italiane tra le quali gli Spedali Civili di Brescia, il Policlinico Gemelli di Roma e Fondazione Poliambulanza. Obiettivo dei lavori congressuali sarà puntualizzare le principali novità in termini di diagnosi e terapia della patologia endometrio sica.
L’endometriosi rappresenta una delle principali cause di dolore pelvico e di infertilità femminile oltre ad essere un importante problema sociale. E’infatti  tra le principali cause di assenza dal lavoro da parte del personale femminile. La prevalenza dell’endometriosi si attesta tra il 2% e 8% delle donne in età riproduttiva raggiungendo il 30% nella popolazione infertile. Nelle donne tra i 15 ed i 49 anni di età, l’incidenza annua calcolata sulla base dei referti istologici è tra 1,3 e 1,6 ogni 1000 donne.
L’inquadramento diagnostico, fondamentale per l’approccio terapeutico, si basa sull’analisi clinica, su indagini ecografiche e su tecniche di imaging di II livello. La terapia, medica e chirurgica, ha lo scopo di curare la sintomatologia dolorosa e di guarire o stabilizzare la malattia.
E’ fondamentale che la terapia venga decisa da un team multidisciplinare esperto, abituato ad approcciare l’endometriosi nelle sue diverse manifestazioni e che possa garantire alla donna un percorso diagnostico e terapeutico completo, un’adeguata e personalizzata terapia medica e controlli sistematici nel corso degli anni nel contesto di un percorso clinico assistenziale completo.
Nell’ambito del convegno verrà infine promossa un iniziativa in occasione della Giornata mondiale dell’Endometriosi del prossimo 13 marzo. L’U.O. di Ostetricia e Ginecologia di Fondazione Poliambulanza offrirà visite gratuite alle donne che manifestano i sintomi o che desiderano chiarimenti sulla patologia. Le interessate all’iniziativa potranno prenotare la visita telefonando alla Segreteria dell’U.O. di Ostetrica e Ginecologia al n. 030 3518516  dal lunedì.al venerdì 8:30-16:00. Le prenotazioni saranno ricevute fino ad esaurimento dei posti disponibili e vista la presumibile alta adesione all’iniziativa si consiglia di contattare per tempo la segreteria del reparto.

Fonte: BS News.it

mercoledì 5 febbraio 2014

Menopausa Precoce - Cause e Sintomi

Menopausa Precoce - Cause e Sintomi

La menopausa è un evento naturale in cui la fase fertile della donna arriva al capolinea. Si caratterizza per la cessazione dei flussi mestruali, espressione di un esaurimento spontaneo del patrimonio follicolare.

 Menopausa precoce

Le donne, infatti, producono solo un numero limitato di ovuli nella loro vita, prestabilito sin dalla nascita.
Il periodo della menopausa è caratterizzato dall'assenza di mestruazioni per almeno 12 mesi consecutivi, da modifiche nelle secrezioni ormonali e da altri cambiamenti fisiologici.
La cessazione ciclica dell'attività ovarica e della stagione fertile avviene normalmente intorno all'età media di 50 anni (+ o - 5 anni). Tuttavia, a causa di disfunzioni dell'attività ovarica, di alcune malattie, della genetica o di particolari procedure mediche, alcune donne entrano in menopausa in anticipo, al di sotto dei 40 anni. Questa condizione naturale o indotta è nota come menopausa precoce (o prematura). Oltre a fare i conti con vampate di calore, sbalzi di umore ed altri sintomi tipici che accompagnano il climaterio, molte donne in menopausa precoce devono far fronte ad ulteriori problemi emotivi e fisici (infertilità, riduzione della densità ossea, effetti metabolici che possono compromettere numerosi organi ecc.).

Definizione di menopausa precoce

La menopausa precoce coincide con la perdita dell'attività ovarica (e la conseguente scomparsa dei cicli mestruali) prima dei 40 anni. Questa condizione si può verificare spontaneamente o in maniera indotta, per intervento chirurgico di ovariectomia bilaterale o per soppressione ovarica farmacologica o radioterapica. Il fenomeno riguarda all'incirca l'1-3% delle donne italiane in età riproduttiva.

Insufficienza ovarica precoce (POF) e menopausa precoce

La menopausa precoce è indicata anche con il termine POF (Premature Ovarian Failure); questo termine si riferisce ad un'insufficienza ovarica precoce con amenorrea, gonadotropine sieriche elevate (FSH e LH) ed ipoestrogenismo (estradiolo plasmatico ridotto).

In realtà, le due condizioni non sono esattamente equivalenti:

  • L'insufficienza ovarica precoce può essere considerata un fenomeno transitorio, poiché in molti casi si può verificare un'attività ovarica spontanea intermittente per anni, caratterizzata da occasionali periodi mestruali alternati ad altri di amenorrea (assenza delle mestruazioni per almeno tre mesi). Le donne con insufficienza ovarica precoce sono ancora in grado di produrre estradiolo (quindi, può avvenire l'ovulazione) e, talvolta, possono riuscire ad avere una gravidanza.
  • La paziente con menopausa precoce smette completamente (e stabilmente) di avere le mestruazioni ed è quindi incapace di rimanere incinta.
Nelle donne affette da insufficienza ovarica precoce:
  • Esistono follicoli primordiali disfunzionali, che sono fisiologicamente imprevedibili ed assolutamente irregolari;
  • Si può verificare l'ovulazione nel 5-10% dei casi.
Quando la POF diventa una condizione permanente, questa equivale alla menopausa precoce.

Cause della menopausa precoce

Alla base dell'insorgenza della menopausa precoce esiste un'atresia follicolare (arresto dello sviluppo del follicolo), generata da molteplici cause, alcune complesse ed altre di natura primitiva.
Nei due terzi dei casi, la menopausa precoce è considerata idiopatica: non si riesce a identificare la causa specifica all'origine della condizione ed il cariotipo non presenta alterazioni (cioè non sono presenti anomalie geniche specifiche che predispongano alla menopausa precoce,).
Le possibili cause che promuovono la menopausa precoce sono:

Anomalie genetiche(ereditarie)

Alcune sindromi genetiche ed alterazioni cromosomiche, evidenti all'analisi del cariotipo, sono associate alla menopausa precoce.

Alcuni esempi riguardano le mutazioni del cromosoma X ed includono:
  • Sindrome del cromosoma X fragile, causata da una particolare mutazione del gene FMR1, localizzato sul cromosoma X;
  • sindrome di Turner (45,X), nella quale la menopausa precede il menarca e la funzione ovarica è assente;
  • sindrome di Swyer (disgenesia gonadica pura): comporta gonadi non ben formate e non funzionali.
Cause sistemiche
Anche i difetti enzimatici/metabolici ereditari possono promuovere la menopausa precoce:
  • Galattosemia: patologia sistemica provocata dal malfunzionamento di enzimi che svolgono la funzione di metabolizzare il galattosio; di conseguenza, l'organismo non è in grado di trasformarlo in glucosio. Si ritiene che il galattosio non convertito possa produrre un effetto tossico per le ovaie;
  • Iperplasia surrenalica congenita: malattia autosomica recessiva che colpisce le ghiandole surrenali ed è caratterizzata da disordini nella biosintesi degli ormoni steroidei;
  • Mucopolisaccaridosi: malattie metaboliche sistemiche, causate da deficit di enzimi specifici. Queste patologie sono classificate tra l'eterogeneo gruppo delle malattie da accumulo lisosomiale.
Patologie autoimmuni
Le patologie autoimmuni che coesistono con la menopausa precoce possono essere di due tipi:
  • Il sistema immunitario produce erroneamente degli anticorpi anti-ovaio (antifollicolo, anti-corpo luteo, antirecettori degli ormoni ipofisari ecc.);
  • L'insufficienza ovarica precoce può essere associata ad altre malattie autoimmuni sistemiche, soprattutto di tipo tiroideo (ipotiroidismo) o che interessano il surrene, come nel caso del morbo di Addison (limita la produzione di ormoni secreti dalle ghiandole surrenali). Altre condizioni sistemiche autoimmuni da tenere in considerazione in caso di menopausa precoce sono il morbo di Crohn, il lupus eritematoso sistemico e l'artrite reumatoide.
Il quadro istologico che caratterizza le pazienti con insufficienza ovarica precoce autoimmune è la presenza di ooforite (infiammazione dell'ovaio).
Infezioni virali e batteriche
Si ritiene che determinate infezioni virali, come quella da citomegalovirus o la parotite, o batteriche (tubercolosi) possano contribuire ad innescare la menopausa precoce in alcune pazienti. La parotite, infatti, presenta tra le sue complicanze l'infiammazione dell'ovaio (ooforite), che, se cronicizza, è in grado di compromettere la funzionalità dell'organo. Lo stesso processo viene innescato dal bacillo di Koch, che oltre ad interessare i polmoni, può innescare tubercolosi genitale e conseguentemente ooforite.
Cause iatrogene: la menopausa precoce indotta
In questi casi la menopausa è precoce per effetto di una procedura terapeutica che può essere farmacologica (chemioterapica), radiante o chirurgica. Questi trattamenti producono conseguenze differenti sulla fertilità, sulla sintomatologia associata ecc.
  • Terapie farmacologiche: la menopausa precoce è una condizione che può essere promossa dalla chemioterapia. Ovviamente, questo effetto dipende da molti fattori, tra cui l'età della donna, i tipi di farmaci utilizzati ed il dosaggio. Alcuni dei farmaci chemioterapici che possono promuovere la condizione sono: agenti alchilanti, ciclofosfamide e busulfan; con effetti tossici ovarici minori: methotrexate e fluorouracile. Il danno promosso dalla chemioterapia è graduale e, una volta terminata la cura, può sussistere una riattivazione completa dell'attività ovarica.
  • Radioterapia:i danni indotti dalla radioterapia sono irreversibili solo se l'irradiazione viene effettuata a livello pelvico e con dosaggio particolarmente elevato. Il recupero ovarico è, quindi, possibile.
  • Menopausa chirurgica: l'ovariectomia bilaterale (asportazione di entrambe le ovaie) e l'isterectomia (asportazione dell'utero) sono interventi chirurgici che favoriscono la precocità della menopausa. Questi interventi possono rendersi necessari per la presenza di un tumore, cisti ovariche, grave endometriosi od altre condizioni patologiche. L'ovariectomia bilaterale produce una rapida diminuzione dei livelli circolanti di ormoni ovarici ed induce infertilità in modo permanente ed immediato.
Altre cause
Anche uno stile di vita errato, soprattutto il fumo e l'abuso di alcol, sembra anticipare l'età della menopausa. Inoltre, è da considerare l'esistenza di una predisposizione familiare, per cui andrebbe sempre presa in considerazione l'età alla quale sono entrate in menopausa la mamma, la nonna od una sorella maggiore.
Cause della menopausa precoce
Cause genetiche Anomalie cromosomiche/sindromi genetiche
Cause sistemiche Galattosemia, mucopolisaccaridosi
Cause immunitarie Patologie autoimmuni sistemiche o di organo
Cause iatrogene Chemioterapia, radioterapia, terapia chirurgica
Cause infettive Virali (parotite), batteriche (tbc)
Cause chirurgiche Ovariectomia, isterectomia
Altre cause Cause idiopatiche, stili di vita (fumo, alcol), predisposizione familiare

Sintomi della menopausa precoce

I sintomi sono generalmente di difficile interpretazione e spesso sono gli stessi che accompagnano la menopausa naturale.
Il quadro clinico della menopausa precoce può includere:
  • Cessazione improvvisa o comparsa irregolare dei flussi mestruali, con cambiamenti evidenti nel ciclo mestruale: oligomenorrea (alterazione del ritmo del ciclo mestruale), polimenorrea (aumento anomalo della frequenza del ciclo) e menometroraggie (perdita di sangue abbondante, a carattere emorragico, che si manifesta in concomitanza della mestruazione e tende a prolungarne la durata). L'evoluzione di questi segni è l'amenorrea, cioè l'assenza delle mestruazioni per almeno tre mesi e, successivamente, la loro definitiva scomparsa;
  • Aggravamento della sindrome premestruale;
  • Vampate di calore: un improvviso senso di calore, cui fa seguito un'intensa sudorazione, si diffonde oltre la parte superiore del corpo fino a far avvampare il viso ed il collo
Questi sintomi sono un segno che le ovaie producono meno estrogeni.
Insieme ai sintomi elencati precedentemente, alcune donne possono avvertire:
  • Secchezza vaginale e dolori durante i rapporti sessuali;
  • Problemi di controllo della vescica, come l'incontinenza o l'aumento della frequenza della minzione;
  • Irritabilità, sbalzi d'umore, depressione lieve ed insonnia (associati alla riduzione dei livelli di estrogeni);
  • Tachicardie transitorie;
  • Caduta dei capelli, secchezza della pelle e variazioni di peso (aumento ponderale);
  • Diminuzione del desiderio sessuale.
La menopausa precoce può essere emotivamente devastante. Uno dei problemi più comuni che una donna deve affrontare è la prospettiva di non poter avere figli: la più immediata conseguenza della menopausa precoce è l'infertilità, causata dalla drastica riduzione dei follicoli e dal loro deterioramento.

Menopausa Precoce - Diagnosi


Problemi di salute che colpiscono le donne in menopausa precoce?

Menopausa precoce diagnosiCome tutte le donne in menopausa, anche le pazienti che si trovano ad affrontare anzitempo questa condizione presentano una carenza estrogenica. Bassi livelli di estrogeni possono portare a cambiamenti nello stato di salute generale e possono aumentare il rischio che insorgano alcune condizioni patologiche, come ad esempio l'osteoporosi.
Altri rischi per la salute associati alla riduzione di estrogeni includono:
  • Problemi cardiovascolari (aumenta il rischio di sviluppare ischemia ed ictus);
  • Osteopenia (riduzione del volume osseo);
  • Problemi urogenitali (frequenti infezioni urinarie, secchezza vaginale e rapporti sessuali dolorosi);
  • Sintomi neurovegetativi (riduzione della funzione cognitiva, perdita di forza muscolare, difficoltà a concentrarsi ecc.);
  • Malattia parodontale: parodontite (perdita dei denti) e recessioni gengivali;
  • Alterazione del trofismo cutaneo (pelle secca, comparsa di rughe e invecchiamento cutaneo);
  • Implicazioni psicologiche (ansia e depressione).

Diagnosi della menopausa precoce

La menopausa precoce è diagnosticata mediante una serie di indagini, tra cui:
  • Anamnesi ed esame obiettivo;
  • Indagini per escludere altre cause di amenorrea (assenza di flusso mestruale), che possono includere la gravidanza, l'estrema perdita di peso, l'eccessivo esercizio fisico, altri disturbi ormonali ed alcune malattie del sistema riproduttivo;
  • Esami per identificare altre condizioni concomitanti, come le malattie autoimmuni, genetiche o della tiroide:
    • MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata): il rischio che insorgano disturbi come l'osteoporosi e l'osteopenia è direttamente correlato agli anni di carenza estrogenica;
    • Indagine cromosomica mediante cariotipo, per evidenziare le alterazioni genetiche;
    • Screening anticorpale su indicazione clinica specifica (esempio: dosaggio anticorpi antitiroide, antiovaio, antisurrene ecc.).
  • Analisi del sangue per valutare i livelli ormonali:
    • Ormone follicolo stimolante(FSH): alti livelli di FSH sono indicativi di condizioni in cui il normale feedback negativo che origina dalle gonadi è assente; ciò porta ad un rilascio incontrollato di FSH da parte dell'adenoipofisi.
    • 17 beta estradiolo: l'estradiolo è il principale ormone estrogeno prodotto dei follicoli delle ovaie durante il ciclo. Bassi livelli dell'ormone indicano una ridotta funzionalità delle ovaie.
    • Indicatori di riserva ovarica: l'inibina B e l'ormone antimulleriano (AMH) risultano ridotti. Entrambi forniscono un'indicazione relativa al numero di follicoli presenti nelle ovaie e quando evidenziano scarse riserve ovariche confermano la presenza della menopausa.
    • DHEA (deidroepiandrosterone), prodotto dal surrene, inizia a calare dopo i 30 anni e fa registrare un calo significativo con la menopausa.
  • Ecografia pelvica o transvaginale: fornisce un'immagine dettagliata delle ovaie e dell'utero, e consente di valutare se la riserva ovarica è compromessa in modo significativo (se sono presenti complessivamente meno di quattro follicoli la menopausa precoce è conclamata).
Fonte: My personal training.it



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giovedì 9 gennaio 2014

I killer si prevengono

Mai come ora il detto "meglio prevenire che curare" è stato preso alla lettera! Attualmente la medicina offre un'ampia gamma di interventi per riconoscere la patologia così precocemente da assicurare un'elevatissima percentuale di guarigione. Fortunatamente questo è avvenuto anche per le malattie specifiche della popolazione femminile, tuttora considerate i big killer delle donne. Si tratta in primo luogo dei tumori dell'utero, dell'ovaio, della vagina, del seno, per i quali non è difficile tracciare un programma di prevenzione specifico.
Tumore del seno
I numeri parlano: il tumore al seno nel 2000 ha registrato più un milione di casi solo in Italia, di cui circa 32.000 nuovi e quasi 12.000 decessi. E' tra le prime cause di morte di donne di età compresa tra 35 e 55 anni, ma una diagnosi precoce, che individui la neoplasia ancora di dimensioni limitate, offre possibilità di guarigione dell'80-90%.
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L'autopalpazione è la prima forma di prevenzione che una donna può eseguire da sé (entro il 10° giorno del ciclo mensile) e permette di individuare eventuali modificazioni del seno.
Dopo i 30 anni è necessario sottoporsi almeno una volta l'anno alla visita clinica specialistica. Per tutte le donne, fino ai 50 anni è consigliabile fare almeno un'ecografia per controllare ed eventualmente evidenziare formazioni cistiche della mammella.
Superati i 40 anni, tutte le donne, anche asintomatiche dovrebbero effettuare, ogni due anni, una mammografia.
Dai 50 anni in su il rischio aumenta ed è necessario ripeterla ogni 12-18 mesi.
Per analizzare eventuali secrezioni fluide dal capezzolo (spontanee o indotte in periodo non puerperale), lesioni solide o liquide individuate con autopalpazione o ecografia, e prelevate mediante agoaspirazione, si usano vetrini da laboratorio su cui il campione viene fissato e poi analizzato con esami citologici (citologia mammaria).
Se le secrezioni appaiono sierose o con tracce di sangue si procede con la galattografia: si inietta un liquido di contrasto nei dotti galattofori che presentano la secrezione anomala per poi osservarli mediante radiografia.

Tumori dell'utero
Per tumori dell'utero si intendono le neoplasie del collo (o cervice) uterino e carcinoma dell'endometrio. La fascia di età più colpita va dai 45 ai 55 anni, ma dai 25 ai 35 possono già presentarsi neoplasie cervicali intraepiteliali (CIN) di vario grado (I, II, III) mentre tra i 35 e i 55 possono diventare neoplasie invasive.
La diagnosi preclinica e precoce del tumore della cervice uterina prevede un esame di primo livello eseguito mediante colpocitologia oncologica, meglio conosciuto come PAP test. Si raccolgono campioni di cellule a livello del collo dell'utero e all'interno del canale cervicale, il materiale viene strisciato su un vetrino e, adeguatamente colorato, viene guardato con un microscopio otticola donna dovrebbe cominciare a sottoporsi periodicamente a questo test in coincidenza dell'inizio dei rapporti sessuali e comunque dai 25 anni in poi.
Come esame di secondo livello si procede con la colposcopia: attraverso il colposcopio, uno strumento ottico, si osserva il collo dell'utero servendosi di opportune colorazioni per evidenziare eventuali anomalie del tessuto.
Se i due esami vengono eseguiti contemporaneamente si ottiene un'esattezza dei risultati del 100%.
Per analizzare il tessuto apparentemente atipico si effettua la biopsia cervicale cioè in sede di colposcopia si prelevano, con una pinza, frammenti del tessuto che vengono poi fissati in formalina e esaminati dall'anatomopatologo.
Quando il PAP test è positivo o dubbio e la colposcopia non chiarisce, si esegue la isteroscopia: si osserva il collo e il canale cervicale, trattato con sostanze coloranti, mediante contatto diretto con l'isteroscopio (uno strumento lungo e cilindrico costituito da fibre ottiche). Quando necessario si effettua un prelievo di tessuto mediante raschiamento, una tecnica leggermente invasiva che può richiedere la permanenza in day-hospital, oppure si ricorre alla conizzazione, vale a dire l'asportazione di un campione più esteso, a forma di cono, di tessuto sospetto. Ma questa tecnica viene usata più che altro come per trattamento chirurgico di neoplasie accertate.
Altra patologia che aggredisce l'utero è il carcinoma dell'endometrio, prevalentemente nelle donne in menopausa, anche se un 25% riguarda donne in premenopausa e un 2% donne con meno di 40 anni.
Il primo sintomo della patologia è la comparsa di sanguinamento genitale in periodo pre o post menopausa. Per la diagnosi precoce, la colposcopia può escludere altre cause del sintomo, successivamente si procede con l'ecografia pelvica transaddominale o con sonda transvaginale per valutare lo spessore dell'endometrio, che, nelle donne in menopausa, non dovrebbe superare i 5mm. Tramite isteroscopia intrauterina si accertano eventuali anomalie della mucosa endometriale e con il raschiamento se ne prelevano campioni. Grazie alla diagnosi precoce è possibile evidenziare il 75% dei casi in fase iniziale consentendo di intervenire con elevate percentuali di guarigione.

Tumore dell'ovaio
Le neoplasie dell'ovaio hanno una rapida evoluzione, colpiscono tutte le fasce di età, con potenziale di malignità più elevato nelle donne tra i 50 e i 70 anni, mentre tra i 30 e i 50 anni compaiono forme meno aggressive.
La diagnosi precoce si verifica durante le visite ginecologiche di routine o ecografia pelvica. Si individua una massa anomala che in età giovanile pre-fertile o in menopausa si accompagna spesso a rischio di neoplasia maligna. In tal caso si procede alla ricerca di marcatori tumorali: il CA-125, Alfafetoproteina e Beta HCG, in caso di età avanzata è sufficiente il CA-125; esistono anche altri marcatori, CA 199, il TPA e il CEA con cui verificare lo stato della malattia e la sua evoluzione. Se si è in età fertile e la massa pelvica ha dimensioni inferiori a 5cm e non presenta segni di malignità, con marcatori nella norma, è necessario ripetere il controllo ogni 3-6 mesi

Neoplasie della vagina
Si tratta di neoplasie intraepiteliali (relative allo strato epiteliale), sono piuttosto rare e colpiscono tutte le fasce di età da 24 a 75 anni. Solitamente rappresentano neoplasie secondarie a carcinomi cervicali o vulvari. La diagnosi precoce si ottiene durante i normali controlli con colposcopia della vagina.

Neoplasie e distrofie vulvari
Neoplasie vulvari intraepiteliali, di vario grado colpiscono in età giovanile con un'incidenza massimo attorno ai 30 anni, ed è spesso correlata all'infezione da Papillomavirus (HPV). Tra i 60 e i 70 aumenta la frequenza di carcinoma vulvare. Se ne rileva la comparsa durante visite ginecologiche con esame citologico del tessuto, vulvoscopia e biopsia delle lesioni sospette.

Cisti ovariche
Spesso si tratta di cisti normali, definite funzionali, effetto dell'ovulazione mensile di donne in età fertile che tendono a riassorbirsi entro alcune settimane. Nelle donne in menopausa la presenza di cisti richiede un esame ecografico transvaginale. Per escludere il carattere canceroso della cisti si può controllare il dosaggio del CA-125 e di altri marcatori tumorali.

Simona Zazzetta


Fonti
Aggiornamento Permanente in Ostetricia e Ginecologia

Società Italiana Studi di Medicina della Riproduzione (S.I.S.ME.R.)