martedì 31 gennaio 2012

Il gonfiore addominale


Il gonfiore addominale
del Dott. Raffaele Soccio
Ogni giorno nel nostro intestino si forma del gas, ma 
avere la pancia gonfia, può essere segno di altri disturbi intestinali

Ci sono argomenti di cui e’ difficile parlare. Eppure sono molte le persone che soffrono per un fastidioso eccesso di gas nella pancia. e che non sanno come liberarsi del problema. Parliamo in maniera seria e scientifica, senza cadere in facili ironie. Ogni giorno ognuno di noi produce dai 400 ai 1.200 ml. di gas, una variabilita’ legata alla proporzione di aria inghiottita e alla produzione di gas da parte della flora microbica, dotata di un particolare enzima responsabile della formazione d’idrogeno e metano nel colon, a partire dagli alimenti ingeriti fermentabili. La produzione di metano aumenta al crescere dell’eta’ di una persona, ma, in un dato istante, si stima che la quantita’ di gas normalmente presente nel tratto gastrointestinale sia di circa 100 ml. Per pura curiosita’, e’ opportuno sapere che la popolazione umana puo’ essere divisa in due gruppi sulla base dell’escrezione di metano: produttori e non produttori. Circa due terzi degli adulti sono non produttori. La formazione di idrogeno, risente di rapide fluttuazioni in relazione alla disponibilita’ di sostanze fermentabili, mentre per l’anidride carbonica essa e’ il risultato della neutralizzazione di sostanze acide o dell’azione di altri batteri intestinali. Questi finora descritti sono gas inodori, ma nel colon possono esserci altri gas che sono apprezzabili dall’olfatto, anche se rappresentano meno dell’1% ! Queste informazioni potrebbero bastare a tranquillizzare tutti i lettori: avere gas nello stomaco non solo e’ fisiologico ma soprattutto e’ normale. Altra e’ la condizione del gonfiore addominale che accompagna alcuni disturbi gastrointestinali quale, per esempio, la sindrome del colon irritabile. Questa patologia e’ molto diffusa nei Paesi occidentali, tanto da rappresentare quasi la meta’ dei motivi per cui ci si rivolge a un gastroenterologo, si tratta, infatti, del disturbo intestinale piu’ frequente. Colpisce soprattutto le donne con un rapporto di 3 a 1 rispetto agli uomini. Generalmente c’e’ assenza di alterazioni organiche, infatti, se si eseguono esami o altre indagini, solitamente non si riscontra alcuna anomalia, sembra che si tratti essenzialmente di una condizione in cui e’ presente un’alterata ed esaltata percezione dei normali eventi fisiologici che avvengono nell’intestino in risposta, ad esempio, all’ingestione di cibo, alla defecazione o alla presenza di normali quantita’ di gas intestinali. Altra patologia e’ il colon spastico, la cui origine non e’ chiara, anche se presenta una importante componente psicosomatica. I sintomi possono durare molti anni, con un andamento ricorrente: a periodi di benessere si alternano periodi in cui ricompare il disturbo che spesso e’ preceduto da stress psicofisico. Il dolore addominale puo’ essere associato a diarrea o a stipsi, alla loro coesistenza o alternanza. Il dolore, e’ il fastidio piu’ frequente, insieme a tensione addominale, talvolta cosi’ intenso che costringe il ricorso al medico. Il pasto puo’ rappresentare l’evento scatenante, mentre l’evacuazione di feci o di gas ne allevia l’intensita’ o lo fa recedere. Inoltre, viene solitamente riferita una sensazione di gonfiore e distensione addominale, con borborigmi, flatulenza e necessita’ di slacciare gli indumenti. Il dolore non e’ quasi mai presente durante il riposo notturno. Ma vediamo cosa si puo’ fare per ridurre il problema del gonfiore partendo dalla tavola e da un’alimentazione piu’ corretta. Vi sono diverse cause che possono generare ingestione di aria e ritenzione di gas, primo, mangiare rapidamente e bere velocemente. Meglio masticare adagio e in modo adeguato, evitando quindi pranzi frettolosi, deglutizioni frequenti e ripetitive causate da: gomme da masticare, sorseggiare bibite con la cannuccia, bere da bottiglie a collo stretto. Attenzione poi alle malocclusioni dentarie e all’ingestione di cibi che contengono aria: bibite addizionate di gas e panna montata. Aria s’inghiotte anche fumando sigari, sigarette e pipe. Mai coricarsi dopo aver mangiato mentre l’attivita’ fisica puo’ essere utile ad allenare l’intestino a una certa motilita’ fisiologica, evitare quindi lo stare troppe ore seduti o fermi in piedi. Alcuni cibi e bevande devono essere esclusi dall’alimentazione: pane e pasta integrali, la mollica del pane bianco, lo zucchero, i dolcificanti quali sorbitolo, fruttosio e mannitolo,(gomme da masticare senza zucchero) molluschi e crostacei, legumi secchi interi, selvaggina, carni rosse e fibrose (come il manzo e il cavallo), spezie e salse,(mostarda, senape, maionese) pancetta, strutto, lardo, prodotti caseari freschi, latte, uova fritte o sode, fritture e cibi grassi, ma anche verdure: carciofi, cardi, cavoletti di Bruxelles, cavolfiori, cavoli, cetrioli, cime di rapa, cipolle, crauti, peperoni, rape, rucola, scorzonera, sedano, verze, e frutta: albicocche, banane, cachi, fichi freschi, fragole, lamponi, mele cotogne, mirtilli, more, prugne, ribes, tutta la frutta troppo matura, nocciole, mandorle, datteri, pinoli, avocado, cocco fresco e tutta la frutta essiccata, succhi di prugna, te’, caffe’, cacao e cioccolato, soprattutto quello fondente, gelati, frappe’, dolciumi farciti, alcolici, champagne, spumanti e vini frizzanti. Di regola i pasti dovrebbero essere tre (piu’ due spuntini) e comprendere piatti semplici, poco elaborati e cibi ben cotti, la cottura dei cibi deve richiedere l’uso di pochi grassi. Una certa attenzione deve essere posta anche alla cottura dei cibi, infatti: oltre ai fritti da eliminare;, le verdure vanno appena scottate o saltate in padella con un pizzico di sale. Come trattamento e’ importante effettuare regolarmente cicli di probiotici e prebiotici (noti anche come fermenti lattici) ad alto contenuto di bifidobatteri e lattobacili. Ai pazienti con sintomi dolorosi importanti puo’ essere somministrata una formulazione in capsule a rilascio prolungato a base di olio essenziale di menta piperita, che inibisce la muscolatura liscia gastrointestinale, specialmente quella del colon. Oltre all’azione antispastica, l’olio di menta piperita esercita anche un’azione di tipo carminativo, riduce cioe’ la fermentazione intestinale e quindi la produzione di gas, facilitandone inoltre l’espulsione. Con una capsula di menta peperita, 15 - 30 minuti prima dei pasti e per 1 mese, si u’ notato un miglioramento significativo nel rigonfiamento, nella diarrea e nel dolore addominale. 
Puo’ essere utile inoltre l’assunzione di carbone vegetale che ha la proprietà di legarsi fisicamente a numerose sostanze e gas. Per concludere: chi soffre di questo problema non si senta un malato, ma allo stesso tempo non lo ignori. La pazienza degli altri puo’ avere un limite.

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