martedì 31 gennaio 2012

L'insonnia


Da sapere

L'insonnia può essere presente a qualsiasi età come conseguenza di cause diverse, di natura biologica, psicologica o ambientale. Essa rappresenta un sintomo soggettivo di incapacità a dormire o di dormire in modo insoddisfacente.
L'insonnia può manifestarsi sotto forma di difficoltà ad addormentarsi, di risvegli frequenti durante la notte, di risveglio precoce al mattino o con la coesistenza dei tre sintomi nello stesso individuo. Inoltre può presentarsi nella forma di un sonno che, nonostante una durata adeguata, risulta poco ristoratore. Quest'ultima situazione è dovuta alla scarsa presenza delle fasi più profonde del sonno, oppure alla maggiore frequenza dei cosiddetti "microrisvegli" nel corso della notte (i microrisvegli sono comunque presenti fisiologicamente nel sonno non disturbato, dove insorgono spontaneamente durante la notte in un numero variabile da 100 aquasi 200 e tendono a crescere con l'età).
In condizioni di sonno disturbato la struttura del sonno è più instabile e prevale la sensazione soggettiva di un sonno insufficiente. Non è pertanto la "quantità" del sonno che definisce o caratterizza l'insonnia ma la sua "qualità".

Diffusione

L'insonnia è un disturbo molto diffuso. Alla fine degli anni '70 negli Stati Uniti una percentuale dal 20 al 40 per cento della popolazione adulta aveva sofferto nell'arco di un anno di insonnia, che nel 17 per cento dei casi era ritenuta di gravità clinica tale da richiedere un intervento medico. Più recentemente a San Marino è stata rilevata una prevalenza/anno per i distrurbi del sonno di circa il 20 per cento negli adulti, con una maggiore frequenza nelle donne e negli anziani.
Sempre negli Stati Uniti è stato rilevato che il 26 per cento dei soggetti insonni riferisce occasionalmente il disturbo al proprio medico nel corso di una visita effettuata per altri motivi, mentre il 69 per cento non lo riferisce affatto. 

Classificazione
Le insonnie si possono dividere in base a tre criteri:
  • causa del disturbo;
  • periodo di insorgenza del disturbo;
  • durata del disturbo.
In base alla causa si distinguono:
Insonnie situazionali, cioè causate da eventi o situazioni esterni all'individuo, presenti nell'ambiente in cui l'individuo cerca di dormire o legati al suo periodo di vita. Per esempio:
  • insonnia da altitudine, che si presenta dopo un'ascensione ad altitudini elevate;
  • insonnia da insufficienza di sonno;
  • insonnia da allergia alimentare;
  • sindrome dei turnisti, che si presenta in coloro che effettuano turni di lavoro che ruotano nelle 24 ore;
  • insonnia da situazioni psicologiche stressanti (in genere situazioni spiacevoli come un lutto o la perdita del posto di lavoro).

Insonnie non situazionali. Per esempio:
  • insonnia psicofisiologica (il paziente è preoccupato di dover dormire abbastanza);
  • insonnia da scorretta igiene del sonno, determinata dallo svolgimento di attività quotidiane incompatibili con il mantenimento di una buona qualità del sonno;
  • insonnia associata a malattie psichiatriche o neurologiche (l'insonnia si presenta nel corso di disturbi psichiatrici).
Secondo il periodo di insorgenza del disturbo abbiamo invece:
  • insonnia iniziale, caratterizzata dalla difficoltà di addormentamento alla sera al momento di coricarsi;
  • insonnia centrale, con risvegli notturni durante i quali l'individuo attende che arrivi di nuovo la sensazione di sonno;
  • insonnia terminale, caratterizzata da un risveglio precoce al mattino dopo 4/5 ore di sonno, con l'impossibilità di riaddormentarsi.
Infine, a seconda della durata, l'insonnia si divide in:
  • transitoria, che si manifesta in genere in presenza di uno stress acuto o di un cambiamento nel ritmo di vita;
  • di breve durata (si presenta in individui che devono affrontare situazioni stressanti prolungate, come per esempio una grave malattia):
  • di lunga durata, caratterizzata da una durata superiore al mese e associata, per esempio, a disturbi psichici gravi o all'uso di farmaci e alcool.

A cura di Matteo Balestrieri
Professore di Psichiatria, Università di Udine
e Cesario Bellantuono
Unità di Psicofarmacologia Clinica, Sezione di Psichiatria
Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica
Università di Verona
Il Pensiero Scientifico Editoriale

Nessun commento:

Posta un commento