martedì 31 gennaio 2012

Mammografia


Cos'è?
La mammografia è una radiografia della mammella che permette di rilevare la presenza di piccoli noduli nel seno quando la loro dimensione ancora ridotta non permetterebbe di individuarli attraverso la normale palpazione del seno.
L'importanza di questo esame è legata al fatto che questi piccoli noduli possono essere espressione di un tumore maligno in fase iniziale. Le dimensioni del cancro della mammella al momento della diagnosi sono, infatti, un indice della gravità e della curabilità di questa malattia.

Perché si fa?
La mammografia è oggi l'esame di screening più accurato a disposizione per diagnosticare un tumore maligno in fase precoce e, quindi, meglio curabile: talora questo è possibile da uno a tre anni prima del momento in cui il tumore diventa palpabile. Un fatto non trascurabile se si considera che nel mondo occidentale il cancro della mammella è la prima causa di morte per cancro nella donna: solo in Italia ogni anno si registrano circa 30.000 nuovi casi e 12.000 donne muoiono per questo tumore. 
La mammografia, inoltre, può essere richiesta dal medico anche per chiarire il significato di un reperto "sospetto" (ad esempio un nodulo o una secrezione anormale dal capezzolo) emerso dalla visita o da un altro esame eseguito (ad esempio una ecografia del seno).

Come si esegue?
L'esame, dura 10-15 minuti e si esegue in piedi, appoggiando su una lastra radiografica la mammella. Questa viene poi compressa in maniera delicata e graduale dal medico attraverso una apposita tavoletta: la compressione non lascia segni né provoca danni al seno, ma può rivelarsi fastidiosa e, qualche volta, leggermente dolorosa. È bene, quindi, evitare di sottoporsi a mammografia nei giorni in cui il seno è più sensibile, ad esempio la settimana precedente o successiva alle mestruazioni.
La lastra viene eseguita con il mammografo, una apparecchiatura a raggi X dedicata all'esame della mammella. Le versioni più avanzate di questo strumento (mammografo digitale) permettono, oggi, di ottenere immagini di alta qualità, con dosi molto ridotte di radiazioni. Questo lo rende un esame non pericoloso che può essere eseguito anche diverse volte nel corso della vita. 

Prima di eseguire l'esame si raccomanda non usare deodoranti, lozioni o talco in polvere sotto le ascelle perché possono ridurre la nitidezza della immagine radiografica. La presenza di una protesi mammaria al silicone può ostacolare una corretta "lettura" della mammografia: questo materiale, non completamente trasparente ai raggi X, può impedire una visione completa della porzione retrostante della ghiandola. 
Infine, l'esame non deve essere effettuato in gravidanza poiché le radiazioni potrebbero causare problemi al feto.

Quando va effettuata?
La mammografia può essere indicata se con la palpazione si nota la presenza di noduliinfossamenti o secrezione anomala dal capezzolo: in questi casi è comunque opportuno consultare preventivamente uno specialista. 
Pur in assenza di noduli palpabili, la prima mammografia andrebbe effettuata dopo i 40 anni, quando la densità dei tessuti del seno comincia a diminuire. Il seno delle donne più giovani è spesso troppo denso per ottenere immagini mammografiche attendibili, pertanto, in questi casi, quando è richiesto un approfondimento l'ecografia è l'esame più appropriato.
Dai 45 anni in poi la donna dovrebbe eseguire la mammografia con frequenza almeno biennale. Numerosi studi hanno dimostrato che la mammografia è utile nel ridurre la mortalità per tumore della mammella nelle donne fra i 50 e i 69 anni - il periodo a maggior rischio.
L'inizio e la frequenza dei controlli periodici può variare – e deve essere concordato con il medico - nelle donne esposte ad un rischio più elevato di cancro alla mammella. Rientrano in questa categoria le donne con:
  • storia di cancro alla mammella, al colon o alle ovaie nella madre o nelle sorelle
  • prima mestruazione precoce
  • menopausa tardiva
  • nessuna gravidanza o prima gravidanza dopo i 35 anni
Oltre ad effettuare regolarmente la mammografia è opportuno eseguire periodicamente un autoesame del seno mediante palpazione e sottoporsi ad un controllo specialistico. Quest'ultimo andrebbe effettuato ogni tre anni fra i 20 e i 40 anni e ogni anno dopo i 40 anni.  
Interpretazione dei risultati
I reperti radiografici che meritano attenzione sono:
  • calcificazioni a livello dei dotti galattofori o in altre sedi della mammella
  • noduli opachi di forma rotondeggiante o irregolare
  • alterazioni (distorsione) della normale architettura del tessuto.
Calcificazioni grossolane sono spesso il frutto di una infiammazione più o meno recente (mastite), di un trauma, dell'invecchiamento del seno oppure si formano attorno a tumore benigno (fibroadenoma). Lemicrocalcificazioni, cioè piccoli depositi irregolari di calcio talora appena visibili a occhio nudo, invece, possono essere un indizio concreto di tumore maligno. 

In generale se:
  • il nodulo visibile sulla radiografia è rotondo o ovale, le probabilità che si tratti di una lesione benigna sono maggiori
  • se la sua forma è irregolare aumentano, invece, le probabilità che si tratti di un tumore maligno.
Un nodulo può essere solido o pieno di liquido. L'ecogragia può aiutare in questi casi a distinguere una massa solida (più sospetta per un tumore) da una semplice cisti piena di liquido che è, invece, una condizione più probabilmente benigna.
Qualunque reperto si osservi, è bene ricordare che la mammografia da sola non può dimostrare con assoluta certezza che l'immagine sospetta sia di natura maligna, ma richiede l'esecuzione successiva di una biopsia, cioè di un prelievo di tessuto da analizzare in laboratorio.

Fonte: Gynevra

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