Le aderenze: cosa sono, come si formano, che conseguenze possono avere e, soprattutto, se e come si possono prevenire
La formazione di aderenze in seguito ad un intervento chirurgico addominale rappresenta una problematica di assoluto rilievo sia per il medico che per il paziente in quanto è spesso all'origine di complicanze post-operatorie e altrettanto frequentemente impongono la necessità di un nuovo intervento chirurgico. Esse fanno parte dei normali processi di riparazione tissutale in seguito ad un trauma chirurgico tuttavia se esuberanti possono determinare estese reazioni cicatriziali con formazione di tessuto fibroso che può inglobare tra loro i diversi visceri addominali o determinare tenaci adesioni tra questi ed il peritoneo. A tale proposito si ricorda come in base alla densità del tessuto fibroso le aderenze possano essere classificate in lievi (trasparenti e vascolarizzate), in genere prive di significato clinico e gravi (dense, tenaci e poco vascolarizzate) spesso all'origine di sintomatologie complesse.
Le stesse possono avere un'estensione localizzata al sito chirurgico od interessare più organi ed apparati. La loro incidenza dopo intervento chirurgico tradizionale oscilla tra il 55% ed il 100% delle pazienti che sono state sottoposte ad intervento pelvico ricostruttivo e sembra che anche l'utilizzo di tecniche chirurgiche mini-invasive come la laparoscopia non riduca in maniera sensibile la formazione di aderenze nel sito chirurgico.
Le conseguenze cliniche delle aderenze sono rappresentate da:
Le stesse possono avere un'estensione localizzata al sito chirurgico od interessare più organi ed apparati. La loro incidenza dopo intervento chirurgico tradizionale oscilla tra il 55% ed il 100% delle pazienti che sono state sottoposte ad intervento pelvico ricostruttivo e sembra che anche l'utilizzo di tecniche chirurgiche mini-invasive come la laparoscopia non riduca in maniera sensibile la formazione di aderenze nel sito chirurgico.
Le conseguenze cliniche delle aderenze sono rappresentate da:
Dolore pelvico cronico: è possibile identificare la causa del dolore pelvico cronico nelle aderenze in circa il 13-36% delle donne e spesso le stesse aderenze sono all'origine di dispareunia.
Sterilità: si calcola che circa il 40% dei casi di sterilità nella donna sia causato da aderenze pelviche. Le stesse possono interferire con la fecondazione a causa delle alterazioni anatomo-funzionali che determinano a carico delle tube di Falloppio.
Ostruzione dell'intestino tenue: sicuramente maggiormente frequente in età pediatrica tuttavia in un'indagine condotta su 48 donne affette da ostruzione intestinale acuta il 66% avevano precedentemente subito interventi chirurgici pelvici.Intervento chirurgico successivo: una delle conseguenze più spiacevoli delle aderenze è la necessità di ricorrere ad un intervento chirurgico successivo di adesiolisi laddove la sintomatologia lo giustifichi.
Alla formazione di aderenze contribuiscono diversi fattori: il trauma meccanico, l'infezione e l'infiammazione che determinano la formazione di fibrina nell'area della lesione e la successiva formazione di tessuto cicatriziale, la riduzione del flusso sanguigno locale ed un inadeguato controllo del sanguinamento nel sito chirurgico.
La prevenzione o la riduzione dell'estensione della reazione aderenziale si basa essenzialmente sull'utilizzo di farmaci che riducano la risposta infiammatoria (corticosteroidi), sulla prevenzione della formazione di fibrina o sull'induzione della fibrinolisi, sulla separazione meccanica delle superfici esposte, attraverso il posizionamento di una barriera fisica sulla superficie del tessuto danneggiato al fine di impedire il contatto con organi o strutture adiacenti.
Dr. Michele Meschia
Direttore U.O. Ginecologia ed Ostetricia
Ospedale “G. Fornaroli”, Magenta
La prevenzione o la riduzione dell'estensione della reazione aderenziale si basa essenzialmente sull'utilizzo di farmaci che riducano la risposta infiammatoria (corticosteroidi), sulla prevenzione della formazione di fibrina o sull'induzione della fibrinolisi, sulla separazione meccanica delle superfici esposte, attraverso il posizionamento di una barriera fisica sulla superficie del tessuto danneggiato al fine di impedire il contatto con organi o strutture adiacenti.
Dr. Michele Meschia
Direttore U.O. Ginecologia ed Ostetricia
Ospedale “G. Fornaroli”, Magenta
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