martedì 31 gennaio 2012

Inquinamento ed endometriosi, partito il primo studio clinico Italiano


ISS: Ufficio Stampa - Mirella Taranto
Inquinamento ed endometriosi, partito il primo studio clinico italiano
Prelevati i primi 100 campioni di sangue per verificare se l'esposizione ad alcune sostanze tossiche diffuse nell'ambiente potrebbe essere correlata al rischio di endometriosi e abortività ricorrente, due tra le patologie riproduttive femminili a più elevata incidenza. Per misurare i livelli di diossinapoliclorobifenili (PCB) e polibromodifenileteri (PBDE) nel sangue delle donne affette da endometriosi, l'Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con l'Università "La Sapienza", condurrà uno studio su 80 pazienti e su altrettante donne sane, reclutate, in entrambi i casi, tra le donne afferenti alla Clinica Ostetrica e Ginecologica del Policlinico Umberto I di Roma."Queste sostanze, bioaccumulabili e persistenti nell'ambiente, conosciute per la loro attività di distruttori endocrini, giungono a noi principalmente attraverso gli alimenti - afferma Elena De Felip, ricercatrice dell'ISS e leader del progetto - E' importante, perciò, acquisire informazioni approfondite relative alle loro possibili conseguenze sulla salute umana, per contribuire alla definizione, a livello normativo, di limiti tollerabili negli alimenti". Le concentrazioni di questi inquinanti nel corpo umano, soprattutto nel latte materno, sono oggetto, oltretutto, di specifici programmi di monitoraggio avviati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, ai quali partecipa lo stesso ISS. "L'esposizione attraverso il latte materno è particolarmente 'sorvegliata'- va avanti la ricercatrice - poiché avviene in una fase particolarmente critica per lo sviluppo del bambino e l'escrezione di queste sostanze nel latte implica per il neonato un'assunzione giornaliera per unità di peso corporeo che può essere di due ordini di grandezza superiore rispetto a quella di un adulto".
Diossine, PCB e PBDE sono famiglie composte da centinaia di molecole con differenti caratteristiche strutturali e tossicologiche. Le diossine, infatti, hanno un'azione prevalentemente antiestrogenica, mentre molti dei PCB e PBDE esercitano un'attività estrogenica. La correlazione tra le diossine e i composti diossina-simili, da una parte, e l'endometriosi, dall'altra, è stata dimostrata finora su modelli animali, tanto che, prima l'OMS nel 1998 e poi la Scientific Commitee on Food dell'Unione Europea nel 2000, hanno incluso l'endometriosi tra gli obiettivi più sensibili all'esposizione a tali inquinanti. Nell'ambito, poi, del programma comunitario per l'identificazione delle sostanze che alterano il sistema endocrino ("Estabilishmente of a Priority List of Substances for Further Evaluation of their Role in Endocrine Disruptors"), lo studio di questi contaminanti è stato indicato come prioritario: come primo passo cioè per poter intraprendere le opportune azioni di riduzione della loro presenza nell'ambiente.


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