Il cancro alle ovaie è un tumore maligno che cresce nei tessuti delle ghiandole riproduttive femminili. Purtroppo questa malattia non è facilmente diagnosticabile e rappresenta la quinta causa di morte per tumore tra le donne. Il National Cancer Institute degli Stati Uniti stima che entro la fine del 2010 saranno diagnosticati 21.800 casi di tumore alle ovaie con 13.850 decessi. A livello mondiale 140.000 donne ogni anno muoiono di tumore ovarico.
Una recente scoperta di alcuni ricercatori statunitensi potrebbe permettere di sperimentare nuove cure e capire meglio quali donne rischiano maggiormente di contrarre la malattia. Lo studio, pubblicato il 9 settembre 2010 nel New England Journal of Medicine (NEJM), ha stabilito una connessione tra la mutazione del gene tumore-soppressore ARID1A, che normalmente aiuta a bloccare le cellule cancerogene, e la comparsa della forma più letale di carcinoma alle ovaie (a cellule chiare).
Dopo aver esaminato 600 casi di tumore alle ovaie, i ricercatori del Ovarian Cancer Research Program of British Columbia sono arrivati alla conclusione che tale mutazione genetica sia uno dei primi segni di un possibile sviluppo del tumore a cellule chiare e di quello endometrioide. David Huntsman, coautore del suddetto studio, ritiene che l'aver stabilito una connessione tra la mutazione del gene ARID1A e le lesioni endometriosiche sia molto utile per poter individuare in futuro quali pazienti di endometriosi abbiano un rischio maggiore di sviluppare il tumore ovarico.
L'endometriosi è una malattia per la quale le cellule che normalmente si trovano dentro l'utero (cellule endometri ali) crescono anche in sedi diverse dalla condizione fisiologica. La parete interna dell'utero è rivestita da un tessuto chiamato endometrio che mensilmente, per effetto degli ormoni prodotti dall'ovaio, si modifica cambiando spessore e sfaldandosi in occasione del sanguinamento mestruale. Nelle donne che soffrono di endometriosi l'endometrio si forma nelle ovaie, vicino alle tube o ai legamenti dell' utero e sul tessuto di rivestimento dalla cavità peritoneale. In rari casi si possono trovare impianti anche lontani dalla cavità peritoneale. Ogni mese il tessuto impiantato in sede anomala va incontro ad un sanguinamento, simile a quello che si verifica a carico dell' endometrio presente nell' utero. Tale sanguinamento crea un'irritazione nei tessuti circostanti e la formazione di tessuto cicatriziale e cisti.
Studi di epidemiologia ed istopatologia hanno dimostrato un collegamento tra endometriosi e tumore ovarico , in particolare i tumori ovarici endometrioidi e quelli a cellule chiare. Tuttavia, risulta ancora poco chiaro se la endometriosi è un precursore al carcinoma, o se c'è un collegamento indiretto perché fattori simili predispongono ad ambo le malattie. Gli studi attuali potrebbero far luce su tali questioni.
È utile ricordare che ricerche precedenti hanno dimostrato che una dieta sana aiuta a prevenire o curare il carcinoma ovarico. Uno studio pubblicato nel marzo 2010 nel Journal of American Dietetic Association raccomanda una dieta ricca di frutta e verdura.
Therese A. Dolecek e i suoi colleghi della University of Illinois a Chicago hanno analizzato i dati riguardanti 341 donne a cui era stato diagnosticato il cancro ovarico epiteliale e hanno scoperto che le donne che mangiavano quantità maggiori di frutta e verdura avevano una probabilità inferiore (del 39%) di morire in un periodo dai 7 agli 11 anni. Al contrario, coloro che mangiavano più carne (in particolare carni rosse o trattate) avevano una probabilità maggiore di morire (del 128% )rispetto a chi aveva una dieta povera di carni. Inoltre, secondo lo studio, anche una dieta ricca di latticini sembrava aumentare la probabilità di non sopravvivere alla malattia.
Altri fattori che riducono il rischio di contrarre il tumore ovarico sono collegati alla riduzione dell'ovulazione come l'avere figli, fare uso di pillola anticoncezionale , essersi sottoposte alla legatura delle tube o all'isterectomia.
Fonte: Universo on line
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