A cura di Giuseppe FatatiResponsabile Unità di Diabetologia, Dietologia e Nutrizione Clinica
Azienda Ospedale S. Maria, Terni
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La dieta nell'età adulta
Le Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana elaborate dal gruppo di esperti costituito presso l'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), delinea le direttive (anche i titoli dei singoli capitoli) che meglio rispondono alle esigenze di una sana alimentazione.
Principali direttive per una sana alimentazione |
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Le indicazioni nel riquadro valgono per l'intera popolazione adulta, indipendentemente dal sesso. Una attenzione diversa va posta in due periodi particolari che caratterizzano la vita delle donne: il climaterio e la menopausa.
Il climaterio è fase del ciclo vitale della donna che precede e segue la menopausa (generalmente tra i 45 ed i 55 anni). La menopausa è la fine del periodo fertile e dei flussi mestruali (media 50,5 anni).
L'allungamento della vita media determina il fatto che le donne trascorrano un lungo periodo di vita (30 anni ed oltre) in post menopausa; questo giustifica raccomandazioni adeguate, in considerazione dei mutamenti ormonali, metabolici e psicologici a cui sono sottoposte.
La scomparsa dei flussi mestruali, senza dubbio, riduce il bisogno di ferro, ma la mancanza di estrogeni può provocare:
- minore protezione del cuore e dei vasi nei confronti dell'aterosclerosi e delle trombosi
- maggiore perdita di calcio da parte del tessuto osseo
- riduzione dei bisogni di energia (per riduzione del metabolismo basale, maggiore sedentarietà, etc,)
- disturbi del tono dell'umore (fenomeni ansiosi e/o depressivi)
- diversa distribuzione del grasso con prevalenza di quello addominale.
I due aspetti più evidenti delle modificazioni descritte sono l'aumento di peso e proprio l'accumulo di grasso in sede addominale (distribuzione androide); mentre precedentemente la distribuzione era di tipo periferico (cosce e glutei o distribuzione ginoide).
Questi cambiamenti rappresentano fattori di rischio per le malattie neoplastiche (carcinoma della mammella), metaboliche (diabete e sindrome metabolica) e cardiovascolari (trombosi, ischemie cardiache, ictus).
Questi cambiamenti rappresentano fattori di rischio per le malattie neoplastiche (carcinoma della mammella), metaboliche (diabete e sindrome metabolica) e cardiovascolari (trombosi, ischemie cardiache, ictus).
Il climaterio e la menopausa possono indurre la donna ad instaurare unrapporto conflittuale con il cibo fino ad arrivare a dei veri e propri disturbi del comportamento alimentare. Il cibo se da una parte può sembrare un sedativo momentaneo del disagio menopausale, dall'altra comporta nel tempo una esasperazione della condizione di disagio, aggravata dal conseguente aumento di peso e dalle modificazioni della figura femminile legate alla nuova disposizione del grasso. Non è raro che si verifichino crisi bulimiche seguite da crisi depressive.
Spesso, inoltre, questo periodo coincide con l'uscita dal mondo del lavoro attivo (età pensionabile): un ulteriore stress psicologico che comporta sia una riduzione del dispendio energetico, reale ma non valutata, sia un aumento del tempo trascorso in casa.
Spesso, inoltre, questo periodo coincide con l'uscita dal mondo del lavoro attivo (età pensionabile): un ulteriore stress psicologico che comporta sia una riduzione del dispendio energetico, reale ma non valutata, sia un aumento del tempo trascorso in casa.
fronte di questi cambiamenti sostanziali nella propria quotidianità vi è la necessità di ridurre il consumo degli alimenti più ricchi in grassi e calorie; stando attente, comunque, a non ridurre l'introito di calcio e vitamina D. Frutta e verdura, inoltre, contengono considerevoli quantità di potassio e ridotte quantità di sodio; una alimentazione povera di sodio e ricca di potassio favorisce la conservazione del calcio nello scheletro, contribuendo alla prevenzione dell'osteoporosi.
Accanto agli accorgimenti più squisitamente legati all'alimentazione è fondamentale mantenersi attivi e svolgere costantemente attività fisica: oltre ad aumentare l'autostima, è in grado di ridurre i fattori di rischio in precedenza menzionati.
Fonte: Gynevra
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