martedì 31 gennaio 2012

Il lungo viaggio alla scoperta della vita.


Su "Cell", i risultati di un’interessante ricerca condotta sulla “vita” di uova e spermatozooi. Lo studio potrebbe aiutare a comprendere le cause dell’infertilità


Un universo affascinante quello che si dispiega all’interno del nostro corpo; spesso ancor più di quello che vediamo intorno a noi. Ancora più affascinante è tutto ciò che concerne il concepimento di una nuova vita se si pensa che il tutto è legato a semplici ovuli e spermatozoi.
 
I ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma devono averla pensata proprio così perché hanno deciso di condurre un’interessante ricerca in merito.
La storia ufficiale la conosciamo più o meno tutti: durante l’atto del concepimento gli spermatozoi maschili incontrano gli ovuli femminili per dare origine a una nuova vita. Se entriamo ancora più in dettaglio, sappiamo che gli spermatozoi si legano alle proteine dell’involucro extracellulare dell’uovo, la ZP o zona pellucida.
 
Tuttavia, come tutto ciò avvenga non è mai stato compreso appieno. O, comunque, fino a ora, momento in cui Luca Jovine, scienziato che ha guidato il gruppo di ricerca del Karolinska Institutet , è riuscito a fare un po’ di luce. Il gruppo di ricerca è riuscito incredibilmente a vedere la struttura tridimensionale della molecola recettore ZP3. È grazie a “lei” che l’incontro con lo spermatozoo è così “ravvicinato”. Attraverso i dati raccolti all’European Synchrotron Radiation Facility (ESRF) di Grenoble (Francia), è stato possibile comprendere le interazioni che vi sono tra spermatozoo e uovo.
 
Dai risultati ottenuti si potrebbero considerare le mutazioni genetiche di ZP3, una possibile causa dell’infertilità. Ma non solo, potrebbero anche divenire utili per concepire, anziché un bambino, un contraccettivo non ormonale.
 «Questi dati offrono un’immagine unica del lato femminile della fecondazione. Tuttavia, questa è solo una parte della storia. Il nostro prossimo obiettivo sarà quello di affrontare la parte complementare, cioè le molecole che permettono allo spermatozoo di legarsi all’uovo», spiega Jovine.
(lm&sdp)
 
La ricerca è stata resa possibile grazie alla collaborazione del Prof. Tsukasa Matsuda dell’Università di Nagoya, Giappone, e il Dr. David Flot all’ESRF.
Finanziamenti allo studio: Centro per le Bioscienze;
Consiglio delle Ricerche Svedese;
Sesto Programma Quadro di Ricerca dell’Unione Europea;
fondazione Scandinavia-Giappone Sasakawa;
Società Giapponese per la Promozione della Scienza e MEXT

Source:  “Insights into Egg Coat Assembly and Egg-Sperm Interaction from the
X-Ray Structure of Full-Length ZP3”, Ling Han, Magnus Monné, Hiroki Okumura, Thomas Schwend, Amy L. Cherry, David Flot, Tsukasa Matsuda & Luca Jovine - Cell, online 21 Ottobre 2010.

Il Karolinska Institutet
È uno dei più importanti centri medici universitari del mondo, presso il quale  vengono condotte oltre il 40% della ricerche mediche svedesi.

Fonte: La Stampa.it

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