martedì 31 gennaio 2012

Il pavimento pelvico


Ancora oggi assai poco conosciuta - eppure fondamentale per la salute e il benessere di ogni donna - è la regione muscolare comunemente definita come pavimento pelvico. Un'area romboidale che si estende dalla sinfisi pubica al coccige, chiudendo in basso la cavità addomino-pelvica, circondando e sostenendo l'uretra, la vescica e la vagina fino all'apparato ano-rettale. Lateralmente i suoi confini sono sostanzialmente individuabili a livello delle tuberosità ischiatiche.
Il pavimento pelvico è stato lungamente ignorato per ragioni di varia natura. In primo luogo si tratta di un'area relativamente "nascosta" del nostro corpo. Un'area, compresa fra le cosce, che non vediamo. Un'area con la quale generalmente non si instaura quel rapporto quotidiano e spontaneo di consapevolezza e contatto che invece si stabilisce con una mano piuttosto che con una gamba.
In secondo luogo quella del pavimento pelvico rappresenta di fatto sia la regione chiave della defecazione e della minzione che quella della sessualità. Molteplici pudori sociali e tabù culturali hanno quindi contribuito nel tempo a renderla ancora più rimossa e dimenticata.
La medicina stessa, tra l'altro, ha raggiunto solo in anni recenti una maggiore conoscenza e comprensione della sua centralità, del suo profondo ruolo e del suo articolato significato. Da poco, ad esempio, si è cominciato a parlare e a dibattere su larga scala di prevenzione delle lacerazioni perineali durante il parto e delle conseguenze dell'episiotomia. Da poco ha iniziato a diffondersi una maggiore attenzione, teorica e pratica, nei confronti di prolassi e incontinenza femminile. Da poco si riconosce la giusta dignità ed efficacia ai cosiddetti approcci riabilitativi "conservativi". Approcci che spesso sono in grado di integrare o addirittura evitare i tradizionali interventi di tipo chirurgico o farmacologico.
Non parliamo poi della sessualità femminile, cui solo da qualche decennio - e non sempre in modo compiuto - viene riconosciuto un significato ludico e relazionale oltre che riproduttivo. Non meraviglia allora che anche su questo piano il pavimento pelvico sia stato lungamente cancellato o travisato.
è dunque fondamentale che tutti coloro che si occupano a vario titolo di salute e benessere al femminile sviluppino una maggiore sensibilità nei confronti di questo argomento, approfondendo le proprie conoscenze e sapendo diffondere alle donne le giuste informazioni sia in ambito preventivo che terapeutico e riabilitativo.
Questo non riguarda solamente i medici o le figure sanitarie strettamente intese. Ma anche coloro che, per esempio i personal trainer, di occupano a vari livelli di fitness e movimento corporeo in generale. La tutela del pavimento pelvico passa infatti anche e soprattutto dalla capacità di ogni donna di riconoscerlo e attivarlo in modo automatico durante lo svolgimento delle azioni quotidiane. Uno starnuto, un colpo di tosse, il sollevamento della borsa della spesa, la presa in braccio del nipotino e persino l'esecuzione degli addominali in palestra, sono tutti gesti che - aumentando la pressione interna - sollecitano questa parte del corpo e ne richiedono la giusta preparazione e controllo.
Occorre quindi, per prima cosa, conoscere e ricordare alcune basilari nozioni di anatomia e fisiologia: il pavimento pelvico, come detto, chiude il bacino verso il basso e svolge innanzitutto la funzione di sostenere gli organi pelvici come l'utero e la vescica. Il contenimento di tali organi - anche quando la donna è in posizione eretta o esegue attività fisiche come il semplice camminare, che comportano uno sforzo e quindi un aumento della pressione endoaddominale - necessita dell'integrità del sistema muscolo-fasciale di sostegno e della sua innervazione.

Fonte: Eugenio Ciuccetti, Ostetrico e Fitness Trainer

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