Sono sempre più le donne con endometriosi che si rivolgono alla procreazione assistita. Il desiderio di un figlio non si ferma davanti ad una malattia in crescente diffusione e per la quale non ci sono terapie di guarigione. La scienza però ha fatto passi importanti, dando buone possibilità di una gravidanza anche a chi è affetto da questa patologia. «Grazie alle più recenti scoperte, siamo in grado di avere percentuali di successo che superano il 30 per cento. Una media che deve però tenere sempre in considerazione l’età della donna», spiega Michael Jemec, medico specialista in Medicina della Riproduzione del centro per la fecondazione assistita ProCrea di Lugano (Svizzera).Del resto, il binomio problemi di infertilità ed endometriosi - di cui si celebra in questi giorni la settimana europea di consapevolezza dell’endometriosi, la Awareness Week voluta dalla European Endometriosis Alliance - è presente in quasi il 50 per cento delle donne in età riproduttiva. Non sempre la paziente soffre di sintomatologia dolorosa. E in molti casi non è possibile arrivare ad una gravidanza in modo naturale. «Davanti al desiderio di diventare mamme, negli ultimi tre anni sono aumentate del 20 per cento le donne con questo tipo di patologia che si sono rivolte a ProCrea; non sempre però, l’endometriosi era l’unico ostacolo alla gravidanza», continua Jemec. Inoltre, «statisticamente abbiamo rilevato che circa il 10 per cento dei problemi di infertilità nella donna, dipendono dalla presenza di endometriosi».
Nello specifico, l’endometriosi è una malattia caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale, e cioè della mucosa che normalmente riveste la cavità uterina, in sedi diverse. «Può intaccare l’ovaio, la vescica o l’intestino, provocando forti dolori alla donna», continua Jemec. Si tratta di una patologia in diffusione: l’Onu stima che almeno il 10 per cento di tutte le donne in età riproduttiva ne soffra. «L’endometriosi porta ad irritazioni e infiammazioni dei tessuti, una situazione che non è favorevole ad una gravidanza», ricorda il medico. «I numerosi studi internazionali che sono stati fatti hanno portato ad individuare particolari metodologie di trattamento. L’intervento chirurgico di rimozione dell’endometrio non ha portato ad innalzare le possibilità di gravidanza in un trattamento di fecondazione assistita; maggiori successi si sono ottenuti andando ad analizzare le infiammazioni che l’endometriosi provoca: abbassando i livelli di autodifesa dell’organismo, le possibilità di una maternità aumentavano».
Per quanto l’endometriosi resti ancora una malattia non curabile, «è importante individuarla in tempo per poter contenere i suoi effetti», raccomanda Jemec. «Una sana prevenzione permette non solamente alla donna di soffrire un po’ meno, ma anche di preservare il proprio apparato riproduttivo. Nelle sue fasi più acute, infatti, l’endometriosi può portare anche alla sterilità».
Ufficio Stampa ProCrea - Eo IpsoSilvia Perfetti
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